Rete RE.A.DY

Logo ready

http://www.reteready.org

RE.A.DY è la Rete italiana delle Regioni, Province Autonome ed Enti Locali impegnati per prevenire, contrastare e superare le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere e a salvaguardare i diritti umani delle persone LGBT+ riconosciuti dalla costituzione, dal diritto comunitario e internazionale. RE.A.DY costituisce per le Pubbliche Amministrazioni regionali e locali l’opportunità di uno spazio non ideologico di incontro e interscambio di esperienze e buone prassi.

Il Comune di Egna ha aderito alla rete RE.A.DY nel 2021

2024 Iniziative della rete RE.A.DY 

Le famiglie omogenitoriali esistono, è un dato di realtà, ma ad oggi in Italia non esiste una Legge che le riconosca e le tuteli.


Chi sono le famiglie omogenitoriali?

  • famiglie di prima costituzione: coppie di persone LGBTQI+ che decidono di avviare un percorso di genitorialità, facendo ricorso sia a tecniche di procreazione medicalmente assistita (PMA), o a percorsi di gestazione per altri (GPA), in Paesi dove ciò è consentito per legge. https://www.famigliearcobaleno.org/
  • famiglie di seconda costituzione: persone che hanno avuto figli o figlie da precedenti relazioni eterosessuali e che successivamente fanno coming out come persone LGBTQI+ https://www.genitorirainbow.it/


Quali diritti per queste famiglie?
La legge 76 del 2016 (conosciuta come Legge Cirinnà) istituisce, regolandole, le unioni civili tra persone dello stesso sesso e disciplina le convivenze di fatto delle persone eterosessuali ed omosessuali. Tuttavia, non equipara le coppie omosessuali alle coppie eterosessuali in alcuni aspetti fondamentali, tra cui quelli legati all’accesso alla genitorialità.

Le coppie di persone dello stesso sesso non possono:

  • adottare bambini e bambine
  • accedere alla procreazione medicalmente assistita;

Essendo impossibilitate a diventare genitori in Italia, molte coppie trovano soluzioni all’estero.
Non essendoci in Italia una legge che regolamenti e tuteli la genitorialità di una coppia omosessuale, il nostro ordinamento riconosce solo la responsabilità del genitore biologico del/la bambino/a, mentre il genitore elettivo, dal punto di vista legale, non esiste.

Qual è la situazione oggi?
Per poter garantire i diritti ai figli e alle figlie delle coppie omogenitoriali la soluzione, alla luce del vuoto normativo, è l’adozione in casi particolari. 

Questa possibilità però presenta grossi limiti:

  • richiede una procedura giudiziaria, con le conseguenti spese. Il genitore intenzionale deve fare un’istanza al Tribunale per i minorenni per veder riconosciuto il legame con il/la figlio/a che è nato/a.
  • Il Tribunale deve vagliare il rapporto tra il genitore intenzionale e suo figlio o sua figlia, avvalendosi di assistenti sociali per la verifica della sua idoneità genitoriale. Il genitore intenzionale deve dimostrare di avere requisiti emotivi e patrimoniali ritenuti adatti al suo ruolo.
  • I tempi possono essere molto lunghi: portare a termine l’adozione può richiedere mesi e spesso anni. In quel periodo il/la bambino/a ha giuridicamente solo un genitore e il genitore intenzionale non può prendere decisioni per il/la minore in molti ambiti della vita quotidiana. Ad esempio, per riportare a casa sua/o figlia/o da scuola è necessaria la delega del genitore biologico.
  • Possono esserci casi di avvio ritardato, perché il Tribunale decide di attendere il consolidamento del legame affettivo tra il genitore intenzionale e suo figlio o figlia.
  • Inoltre, esistono problematiche ed incertezze sulle conseguenze nella procedura in caso di morte di uno dei due genitori prima della conclusione dell’iter.

Per ovviare a questi limiti la soluzione migliore sarebbe un riconoscimento immediato.
Questo però può verificarsi solo nei casi di due mamme che hanno partorito all’estero e che posseggono un atto di nascita del paese in cui è avvenuto il parto, che viene trascritto dall’anagrafe, così come previsto per legge. Nel caso di due papà, questa trascrizione non è possibile perché la GPA (gestazione per altri), a cui può ricorrere una coppia di uomini, in Italia è vietata per legge.
Per quanto riguarda i figli nati in Italia, fino al 2018 gli atti di nascita riportavano solo il nome della madre partoriente. Dal 2018 alcune sindache e sindaci hanno iniziato a riconoscere la doppia genitorialità già nella formazione dell’atto di nascita. Questa prassi però è stata contrastata da alcune sentenze che hanno portato i comuni ad interrompere le iscrizioni.

Quali richieste?
Come già chiesto da molte Amministrazioni, anche durante l’Incontro del 12 maggio 2023 a Torino “Le Città per i Diritti”, è necessario ed urgente riconoscere alle coppie omosessuali gli stessi diritti di accesso alla genitorialità delle coppie eterosessuali e cioè il diritto all’adozione e alle forme di procreazione medicalmente assistita. In questa direzione si ascrive la pari.cazione dell’istituto delle unioni civili al matrimonio. Solo così si potrà porre rimedio alla mancanza di tutele e diritti per le famiglie omogenitoriali e porre .ne ad una situazione di fatto discriminatoria.
Anche la Corte Costituzionale ha già più volte richiamato il Parlamento a colmare questo vuoto legislativo.
Per ulteriori approfondimenti:
https://www.famigliearcobaleno.org/
https://www.genitorirainbow.it/
https://www.retelenford.it/

2023

Quest’anno l’incontro della Rete si è tenuto a Prato dal 19 a 20 ottobre 2023. La Presidente della Commissione Pari Opportunità, Elena Paris, ha partecipato anche questa volta, insieme ad una delegazione dell’Alto Adige: erano presenti infatti Marina Roso in rappresentanza della Consigliera di parità, Nikolaus Rensi dell’Ufficio relazioni estere e volontariato della Provincia autonoma di Bolzano, Fabian Fistil consigliere comunale di Brunico e Andrea Pagnin in rappresentanza del Comune di Trento.
Durante le due giornate i 90 enti rappresentati si sono scambiati buone prassi e hanno rafforzato il loro lavoro di rete, al fine di valorizzare una cultura che promuova sempre più uguaglianza tra le persone. Grazie alla città di Prato per l’accoglienza!
Il prossimo incontro della rete sarà ospitato a Pesaro nel 2024.
L'iniziativa del 17 maggio 2024 sarà una campagna di comunicazione sul riconoscimento delle famiglie omogenitoriali.

Foto dell'Incontro a Prato

2022

Si è svolto a Parma dal 12 al 14 ottobre 2022 l’incontro annuale della Reteready. Significativo momento di scambio e confronto tra enti pubblici locali e nazionali sui temi dell'odio e della discriminazione in base all'orientamento sessuale e all'identità di genere. Condivisione di buone prassi. Presente il comune di Egna con la consigliera Elena Paris. Nella foto la delegazione altoatesina (Fabian Fistill, Judith Notdurfter, Ulrike Sanin, Laura Lastri, Elena Paris e Andrea Pagnin, in rappresentanza del comune di Trento).
Il tema prescelto per la prossima Giornata internazionale contro l’omobitransfobia (17 maggio 2023) è LA PREVENZIONE DEL BULLISMO OMOBITRANSFOBICO NELLE SCUOLE, che verrà trattato attraverso un evento aperto alla cittadinanza.

Foto

ITA